Alta Via dei Re. Il trekking nel Parco Naturale delle Alpi Marittime.

da | 4 Ott 2021 | Racconti di Guide

Alta Via dei Re. Il trekking nel Parco Naturale delle Alpi Marittime.

L’alta via dei Re è la traversata integrale del Parco Naturale delle Alpi Marittime. È una alternativa al più noto e comodo itinerario della GTA (Gran Traversata Alpina). Si tratta però di un percorso impegnativo, tipicamente di quota, con grandi dislivelli quasi sempre su terreno roccioso e sassoso, e con molti tratti tecnicamente esigenti, molto spesso privo della copertura telefonica cellulare. Proprio queste caratteristiche impongono una buona competenza ed allenamento a chi lo vuol percorrere e lo rendono davvero poco battuto, anche in alta stagione.

Il nome del percorso deriva dai Reali di casa Savoia. Questi nobili utilizzavano la zona per le battute di caccia al camoscio o per passeggiate nella natura selvaggia. Diverse sono le loro dimore di caccia presenti nella parte bassa dell’itinerario.

Chi sceglierà di accettare l’impegno necessario per questo trekking verrà però ricompensato pienamente con la scoperta di numerosi punti di interesse. Si incontreranno infatti molti punti panoramici, ripidi valloni, laghi alpini, flora e fauna (frequentissimi camosci e stambecchi), rifugi storici e molte cime oltre i 3000 metri (in particolare il Massiccio dell’Argentera).

Secondo Nanni Villani: “l’Alta Via dei Re è uno dei più spettacolari trekking delle Alpi da compiere quando si abbia un’intera settimana a disposizione (naturalmente ogni giorno si incrociano percorsi che permettono di ridiscendere a valle, ma “l’integrale” ha tutto un altro sapore). I grandi laghi Sella inferiore e superiore – il primo prediletto dalla regina Elena per la pesca; il panorama sulla Serra dell’Argentera dal Colle di Valmiana; l’arrivo alla casa di caccia del Valasco, al centro di un pianoro incastonato tra pareti di granito; i cinque laghi di Fremamorta nelle cui acque si specchiano il Corno Stella e l’Argentera; lo sperduto laghetto di Nasta, ghiacciato per buona parte dell’anno; la vista, dal Colle di Fenestrelle, di quanto resta dei ghiacciai più meridionali dell’arco alpino, nascosti tra le pieghe del Gelas; la conca a 2600 metri del Pagarì, angolo di montagna estrema: non sono che alcune delle istantanee che si fissano per sempre nella mente di chi percorre questi luoghi.”

Sono possibili numerosi varianti, il percorso più classico unisce questi rifugi:

Primo giorno: Sant’Anna di Valdieri – Rif. Livio Bianco. È una giornata breve ed agevole. Inizialmente si attraversano grandi praterie, spesso con mandrie in libertà, in seguito sentieri dove potrebbero essere avvistati camosci, marmotte ed aquile reali. Lungo il percorso si potranno ammirare i laghi sottano e soprano della Sella, il bacino naturale più grande delle Alpi Marittime. Il rifugio Livio Bianco, costruito nel 1963, è dedicato a un comandante partigiano e grande alpinista.

Secondo giorno: Rifugio Bianco-Rifugio ex casa di caccia Velasco. È una tratta lunga ed impegnativa.

Dal Rifugio si raggiunge faticosamente il Colle di Valmiana e si scende sul versante opposto, alternando sentieri e mulattiere sino al Piano inferiore del Valasco, antico lago di origine glaciale ora completamente asciugato. Qui troveremo il Rifugio Valasco, già Reale Casa di Caccia dei Savoia. È caratterizzato da una pianta quadrata, un cortile interno e due torrette ai lati della facciata principale.

Terzo giorno: Pian Velasco-Rifugio Remondino. Dopo una carrareccia si sale tramite un ripido ma ben tenuto sentiero. La vista è una delle più belle delle Alpi Marittime, con la vista dell’Argentera con la “cima d’argento” a 3297 metri ma anche numerosi 3000 minori. Il gestore è il mitico francese Patrick Gabarrou, alpinista eccezionale e fondatore di Montain Wilderness.

Quarto giorno: Rif. Remondino-Rif. Genova-Figari. Bell’itinerario molto suggestivo che costeggia l’Argentera, attraverso l’impegnativo Colle Brocan con il lago naturale e l’alto Vallone della Rovina, verso il nido delle aquile.  È un tracciato da non sottovalutare: ci si muove per ore tra sfasciumi e rocce, spesso con pendenze notevoli e materiali instabili. Il rifugio Genova è nei pressi del lago di Brocan, invaso parzialmente artificiale ma di gran fascino.

Quinto giorno: Rif. Figari-Rif. Ellena Soria.  Si passerà attraverso il Colle di Fenestrelle a 2176 metri tra le Alpi Graie e Cozie, continuando poi ai piedi del gruppo Gelas con i suoi ghiacciai, purtroppo in regressione, e i laghetti sottostanti. Il rifugio, costruito nel 1961, è in onore di Edoardo Soria e Gianni Ellena, autori di molte prime salite tra il 1929 ed il 1932.

Sesto Giorno: Rif. Soria – Rif. Federici Marchesini al Pagarí.  È un percorso che alterna tratti su mulattiera, sentieri tra pascoli e rocce, passaggi su morena. In alcuni punti è esposto e richiede passo fermo. Il rifugio è arroccato su un piccolo promontorio roccioso. Edificato nel 1912 venne costruito dalle famiglie Federici e Marchesini, in memoria dei due alpinisti.

Settimo Giorno: Rif. Federici Marchesini-San Giacomo di Entracque. Qui inizialmente si costeggia la cima e i ghiacciaietti del Maledia (3061 mt.), poi si scende sull’antica via del sale, progettata nel XV secolo dal mercante Paganino dal Pozzo. Infine, si giunge a San Giacomo dove s’incontra la cascina di caccia reale dei Savoia.

Il periodo ideale per questo percorso è l’estate, prima la neve rendere troppo complessi alcuni passaggi in quota. Non disdegnate però l’autunno: molti rifugi saranno chiusi, dovrete adattarvi ai locali invernali, ai bivacchi o alle tende ma vedrete molti valloni infuocarsi di rosso per la trasformazione del foliage e vi godrete una solitudine assoluta.

Se volete scoprire questi luoghi con noi, contattateci! Possiamo anche progettare delle versioni semplificate e adatte ad un week end lungo.

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