Modulo 2 del Corso di Formazione Per Terreno Innevato per AMM.
dal 17 febbraio al 19 febbraio 2022
Lo scorso weekend (dal 17 al 19 febbraio) si è tenuto il secondo modulo del corso Accompagnatori di Media Montagna su terreno innevato. Per trovare abbastanza neve per le esercitazioni di ricerca, soccorso e costruzione di ripari di emergenza siamo stati tre giorni al Passo del Foscagno (tra Bormio e Livigno). A condurre le lezioni teoriche e pratiche gli istruttori nazionali Guide Alpine: il presidente del collegio lombardo Fabrizio Pina, Daniele Fiorelli, Mirko Cusini e Maurizio Zappa.
Cosa portiamo a casa di questa esperienza? Perché impiegare soldi e tempo per un corso che molti definiscono inutile in virtù dell’impossibilità da parte degli AMM di condurre clienti su terreni innevati?
“[…] con esclusione delle zone rocciose, dei ghiacciai, dei terreni innevati e di quelli che richiedono comunque, per la progressione, l’uso di corda, piccozza e ramponi […]”
Questo è lo stralcio di un articolo della legge 6/1989 che mostra tutti i suoi limiti: preso alla lettera un AMM non potrebbe nemmeno percorrere sentieri di montagna trattandosi indubbiamente di zone rocciose! Per questa ragione si comprende come il concetto di “quale sia il fondo sul quale si procede” sia ampiamente superato da un più concreto concetto di “pericolosità” che, tradotto, diventa semplicemente: “per poter avanzare su quel determinato terreno sono necessarie attrezzature e competenze alpinistiche e/o valutazioni sulla elevata pericolosità?”
In quest’ottica, è comunque credibile e utile avere una preparazione trasversale anche su un terreno che in Italia è fuorilegge per gli AMM, anche perché all’estero fa parte delle normali competenze della figura di Mountain Leader (quella che sempre il legislatore con una opinabile nomenclatura ha italianizzato in ‘Accompagnatore di Media Montagna’).

Tornando al corso, torniamo a casa con un po’ di freddo nelle ossa e tante emozioni, tutte qui riassunte in tre concetti:
Metodo: procedure per esser efficaci nella gestione del rischio, emergenza, gestione gruppo… il metodo è il paracadute. Esercitarsi al fine di essere efficaci nella gestione delle situazioni sulla neve, perché c’è sempre spazio di miglioramento.
Nel corso si imparano metodi declinati per ogni evenienza, in base alla situazione, al fine guadagnare secondi utili alla risoluzione di situazioni d’emergenza.
Valore della vita umana: i metodi di sondaggio, scavo e ricerca fan comprendere il senso del tempo, il valore di ogni frazione di secondo e la rapidità nel prendere decisioni, perché da lì dipende la vita o la morte. Mentre nel corso da Accompagnatore si approfondiscono metodi per ridurre il rischio, su neve il focus è soprattutto sulle tecniche per salvare vite umane in situazioni già critiche e per evitare di trovarsi in certe situazioni.
Questo riserva una parte emozionale molto importante, soprattutto nel caso dei test a ricerca singola e test sui multitravolti, dove bisogna affinare la conoscenza e la padronanza dei propri mezzi per sfruttarli a pieno, ma si deve conoscere anche quelli degli altri, perché il sapere va condiviso e declinato anche in base alla propria strumentazione. Ad esempio, la ricerca di gruppo è stata molto formativa, ed efficace la pratica, dove la simulazione di più travolti e di un gruppo da guidare per la ricerca, possono dare uno stress che potrebbe non essere gestito bene o non sopportato… “e se ci fosse qualcuno sotto che conosci?!”
Miglioramento: da queste simulazioni ognuno ha migliorato il suo stato, anche gli istruttori hanno condiviso le esperienze e han fatto crescere la consapevolezza di ciascuno; imparare ad esser bravi professionisti significa anche mettersi a disposizione degli altri per condividere informazioni e formazione… perché può tornare funzionale a tutti.
Una giornata intera è stata poi dedicata ad approntare ricoveri di emergenza con ciò che è disponibile: scavare, costruire… è un altro esempio di come strumenti molto pratici potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte, o comunque ridurre il danno in caso di qualunque inconveniente: tirare mattina senza congelare, con una temperatura di zero gradi assicurata all’interno del riparo, indipendentemente dal meteo: non comoda ma che ti fa sopravvivere. Questo è stato veramente aggregante, come anche il dialogare per raggiungere un comune intento: l’unione fa la forza, tutti concentrati su un motivo e un impegno comune, di sopravvivenza e sicurezza anche in condizioni avverse.
