Outdoortest con breve disgressione su un ghiacciaio

da | 2 Mag 2022 | Racconti di Guide

Outdoortest con breve disgressione su un ghiacciaio

Amo l’inverno.
Amo la neve, il freddo, le cascate di ghiaccio, il naso che cola, il caminetto acceso che ti riscalda dopo una giornata passata nel gelo, ma soprattutto amo fare sci alpinismo.

Quest’anno, causa la mancanza di neve, ho ‘spellato’ molto poco e, quando mi è stata offerta la possibilità di passare due giorni sugli sci nel comprensorio di Santa Caterina Valfurva, ho preso subito la palla al balzo. La proposta è arrivata dal team di OUTDOORTEST, un magazine dedicato all’acquisto di attrezzatura sportiva per l’outdoor che nasce dall’esperienza di professionisti del mondo dello sport.
In pratica, il mio compito è stato testare l’attrezzatura della stagione invernale 2022-2023: nello specifico un paio di sci K2 e un paio di scarponi La Sportiva.

Pronti… via! Il mattino allora mi alzo presto, preparo lo zaino (pala, artva, sonda, guanti, un thermos di the) e mi avvio verso il punto di ritrovo: Santa Caterina Valfurva è un piccolo paesino nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, circondato dalle vette del gruppo Ortles-Cevedale; è questo uno dei maggiori gruppi montuosi alpini in cui sono concentrate numerose cime che oltrepassano ampiamente i 3.000 metri di altitudine (sfiorando anche i 4.000), ricoperte dal Ghiacciaio dei Forni.

Sulle carte il catino dei Forni è ancora il più grande ghiacciaio vallivo delle Alpi, anche se di fatto non esiste più: dopo un’agonia durata trent’anni, i tre bacini innevati che da Punta San Matteo al Palon de la Mare confluivano in un’unica colata di ghiaccio, gettandosi fino a riempire la valle dei Forni, si sono frantumati, dando vita a tre ghiacciai separati. Dal 1887 ad oggi il ghiacciaio dei Forni ha riportato un regresso frontale di 3 km, passando dai 13 km di superficie del 1981 agli 11 km attuali, con perdita di spessore di oltre 100mt.

Purtroppo, la penuria di neve registrata quest’inverno evidenzia in maniera drammatica questa problematica legata al ritiro glaciale, mettendoci dinanzi all’ancora più preoccupante conseguenza: la perdita di un’importante fonte di acqua dolce per l’uomo e per le numerose specie di animali e piante che fanno parte degli ormai fragili ecosistemi di Alpi, Appennini, Pirenei e di tutte le più importanti catene montuose nel mondo.

La nevicata di pochi giorni fa, arrivata ormai a fine stagione, regala comunque un paesaggio dall’aspetto quasi invernale, ottimo presupposto per testare la nuova attrezzatura di scialpinismo.
È molto gratificante ed entusiasmante poter dare, grazie all’esperienza maturata in tanti anni di frequentazione dell’ambiente montano, alcuni suggerimenti agli utenti riguardo l’equipaggiamento da utilizzare e il modo di muoversi in sicurezza nella natura… chiedete sempre e relazionatevi senza timore con i professionisti della montagna, sapranno sempre aiutarvi!

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