Scialpinismo … di casa! Pizzo Cerro, Castel Regina, Tre Faggi

da | 31 Mar 2022 | Racconti di Guide

Scialpinismo … di casa! Pizzo Cerro, Castel Regina, Tre Faggi

L’inverno del 2020-2021 sarà sicuramente ricordato tra i più singolari della nostra storia recente: moltissima neve, ma anche impossibilità di sfruttarla appieno a causa delle restrizioni per la pandemia da COVID-19; per chi vive in valle però, si è avuta anche la fortuna di riscoprire la propria montagna di prossimità, silenziosa e ancestrale, dove solamente gli animali avevan conservato totale libertà di movimento. Per il connubio di queste singolari condizioni, dal mio “buen retiro” di Brembilla (Val Brembana, Bergamo) nelle vacanze natalizie ho potuto togliermi tre “romantiche” soddisfazioni scialpinistiche con atmosfere d’altri tempi: il Pizzo Cerro, il Castel Regina e i Tre Faggi.

Pizzo Cerro e Castel Regina da Catremerio

Con il socio Luca Masarati arriviamo a Catremerio, dove il mezzo metro di neve caduto un paio di giorni prima è purtroppo oggi guastato dalla pioggia, che ci costringe a salire sci in spalla fino al valico di Crosnello dove, sotto il portico della medievale santella, possiamo finalmente calzare gli sci. Seguiamo il filo di cresta passando i vari roccoli e capanni e, dopo l’ultima salita, siamo in vista del Rifugio Lupi di Brembilla e della cappelletta di vetta del Pizzo Cerro, con autoscatto di rito. Dopo esser tornati al rifugio proseguiamo sempre per la dorsale, dove fuma il camino di una baita… è l’Edoardo che qui il suo “lockdown” lo fa da sempre senza bisogno di pandemia.

Dopo aver passato il passaggio del “Cordol” arriviamo sotto la bastionata finale del Castello Regina; sembra impossibile proseguire sci ai piedi ed invece la tanta neve al suolo consente al “tracciatore” Luca con ardite inversioni di superare i “passaggi chiavi” fino alla vetta… siamo felicissimi! A questo punto, come si dice, fatto trenta si fa trentuno: propongo anche di scendere con gli sci ai piedi sfruttando l’arte del derapage e alcune strette curve saltate, tento il primo balzo e… si passa! Ai posteri l’ardua sentenza se siamo stati o meno i primi a scender “scimuniti” da questa nostra iconica montagna di casa. Tornati al Cerro riusciamo a fare diverse belle curve scendendo tutto sul lato di San Pellegrino e ripelliamo poi fino al Passo di Crosnello, da cui a piedi torniamo alla partenza, con brindisi di rito per la nostra “impresa”.

Tre Faggi dalla Forcella di Bura

Il weekend successivo voglio fare qualche altra “scoperta” e tra le varie idee opto per la salita ai Tre Faggi dalla Forcella di Bura sfruttando il lungo crinale che, passando per Giaperto, Corna Bianca e infine Pralongone, punto di alto della gita, mi conduce con fatica ai tre alberi monumentali: la cresta è lunga, tutta da tracciare e con neve pesante, ma anche silenziosa e suggestiva.

Dai Tre Faggi non voglio tornare su miei passi ma tentare la discesa più diretta verso gli ampi pascoli che sovrastano Gerosa, sfruttando la mia conoscenza del territorio… sarà quel che si dice una vera “ravanata”: il sottobosco infatti è una trappola di rovi e i prati sono discontinui, quindi a metà discesa decido la ritirata tattica verso Giaperto, ripellando fino al crinale dell’andata e tornando poi alla Forcella riuscendo anche a fare qualche virgola sul versante verso Peghera.

Rispetto al Pizzo Cerro è stato sicuramente un tentativo meno “sciistico”, per la continua presenza di falsopiani e traversi, ma la solitudine è stata totale e anche questo sassolino è stato tolto.

E ora?! Questi “piccoli sogni paesani” si sono avverati, ma già con Luca abbiamo adocchiato altre linee di discesa dal Cerro, se in futuro dovessero presentarsi condizioni simili… e la riscoperta non è finita perché altre promettenti cime “brembillesi” aspettano di esser scese!

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