Vie normali dal Rifugio RemonDino. Un ritorno alle origini.
Il rifugio Remondino è un rifugio delle Alpi Marittime, noto soprattutto come punto di partenza per la via normale dell’Argentera, la celebre “Cima d’Argento” che svetta a 3297 metri. Si raggiunge tramite un avvicinamento su buon sentiero: dal Pian della Casa servono un paio di ore, sempre accompagnate da grandi scorci panoramici.
È gestito dalla famiglia Gabarrou: Anna e Patrick. Patrick Gabarrou è stato uno dei principali alpinisti francesi e promotore di Mountain Wilderness. Il periodo di apertura va dalla metà di maggio sino a metà settembre. Disponibile anche un locale invernale.
È posto in un luogo suggestivo: inserito in un circo di cime, con pareti con diverso orientamento, gode dei giochi di luce che offrono scorci sempre nuovi. Queste cime offrono diverse opportunità sia alpinistiche, sia escursionistiche, oltre alla possibilità di esplorare itinerari di scialpinismo.
Molte le possibilità di arrampicata, solitamente su buona roccia, con difficoltà sino al 7b. Le cime che offrono vie (sia classiche, sia moderne) sono la Catena del Cai, la Catena Madre di Dio, il gruppo della Nasta, la Cima Paganini, l’Argentera. Inoltre, sono presenti un paio di piccole pareti secondarie utili come falesie in quota per le prime esperienze di arrampicata.
Una ulteriore particolarità è la possibilità di concatenare la salita alla via normale di numerose facili, cime intorno ai 3000 metri, una pratica di scrambling tra l’escursionismo difficile e l’alpinismo facile (in cui sono necessarie tutte le usuali pratiche di assicurazione tramite corda e protezioni mobili). Eccone una breve sintesi:
Il Bastione, 3047 metri, per il Colle di Brocan e la cresta S. Un percorso PD, con dislivello di 1300 metri dal rifugio. È una bella vetta rocciosa, panoramica e dal profilo compatto. La salita è logica, su roccia buona e proteggibile, con una corda fissa installata nel passaggio chiave. Dal rifugio si traversa sino a una decina di metri prima del Passo di Brocan. Qui una rampa detritica porta alla cresta che si percorre con difficoltà di I e II sino ad un gendarme. Un tratto esposto porta al passo chiave (III+) e al più facile tratto successivo (cresta alternata a cengie) che conduce alle rocce terminali. Discesa per la via di salita, con eventuale doppia nel passaggio chiave.
Il Baus, 3067 metri, per la cresta NO. Un percorso F+, talvolta su terreno instabile, con un dislivello di 600 dal rifugio. Si sale sino al Lago di Nasta. Da qui si sale al Colle della Culatta, tramite una delle diverse linee segnalate da ometti. Dal colle si inizia a percorrere la cresta, inizialmente caratterizzata da grandi massi disordinati. Un buon sistema di cenge, talvolta esposte, e qualche piccolo camino portano ad una breccia che permette di accedere al filo di cresta che verrà poi seguito integralmente sino alla cima. Discesa per la via di salita.
Cima di Nasta, 3108 metri, per il Colletto della Forchetta e il versante NE. Un percorso F dal dislivello di 650 metri dal rifugio. È un percorso veloce, principalmente escursionistico eccezion fatta per l’ultima parte. Dal rifugio si sale su sentiero sino al lago di Nasta e si prosegue per tracce sugli sfasciumi del Colletto della Forchetta. Da qui si prosegue sul versante ENE, incontrando i prima passi di arrampicata: un diedro obliquo pota ad una cengia ascendente che dovrà essere seguita sino ad una spalla che permetterà di accedere alle articolate rocce finali. Terreno solido ma esposto. Discesa per lo stesso percorso oppure abbinata alla salita della vicina Cima Paganini.
Cima Paganini, 3051 metri, per la cresta S. La vetta più facile dal rifugio. Un percorso EE dal dal dislivello di 1300 metri dal rifugio. Facilmente accedibile dal Colle di Nasta, tramite una salita poco esposta e su terreno roccioso ma che non richiede arrampicata. Il canale che sale dal Vallone Assedras al Colle di Nasta è colmo di materiale estremamente instabile. Meglio salirlo in presenza di neve. In alternativa, nei periodi asciutti, è possibile raggiungerlo con un giro ad anello che dal rifugio porta prima al Lago di Nasta, poi al Colletto delle Forbici e infine, tramite un lungo traverso esposto e su terreno infido, al Colle. Discesa per il canale del Colle.
Serra dell’Argentera, Cima Sud, 3297 metri, per il Passo dei Detriti e il versante SE. Un percorso PD-, poco sostenuto ma in molti tratti esposto, dal dislivello di circa 900 metri. Molto frequentato per la sua bellezza e relativa facilità nè si consiglia la percorrenza al di fuori dei giorni di saturazione, anche per evitare il rischio delle scariche di sassi nei canali terminali. Dal rifugio si sale faticosamente, prima per gande e poi per sfasciumi instabili, sino al Passo dei Detriti. Si verrà ripagati da un panorama straordinario, con vista sino al mare nelle giornate limpide. Volgendo a sinistra se seguiranno le tracce sino all’evidente cengia che taglia la parete SE della montagna. Alcune corde fisse aiuteranno nei passaggi più impegnativi. Al termine della cengia si entrerà in un sistema di canali (anche qui con alcune corde fisse) che condurranno alla vetta. Discesa per la via di salita. In alternativa, più complessa, è possibile traversare alla Cima Nord (utile una doppia) e scendere per tracce al Rifugio Genova, passando dal Bivacco del Baus (da cui eventualmente è possibile anche risalire al Passo dei Detriti), o al Rifugio Morelli.
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